Skip to main content

“When I saw the work “Mimesis” in Verona, I was impressed. And two thoughts came to me. The first was related to an aspect of Jacopo Benassi’s work of which I was not yet fully aware: Jacopo in recent years has crossed that invisible line that separates the world of artists (whether they are good, mediocre, brilliant, disastrous…) who create works of art, from those whose body becomes an icon to work on and to use as the main material of their art, around which to rotate photos, performances, sculptures, paintings, sound and so on. Jacopo has definitively entered that world populated by figures such as Urs Lüthi, Luigi Ontani, Orlan and many others, whose bodies emanate the aura of works of art.

The second thought instead concerned the real collaboration from which Mimesis was born with the collective of artists Blood Becomes Water (active between Sofia and Brussels) – the real author of the work. I was struck by the way in which Jacopo had total faith in entrusting a series of important images from his past to other artists, leaving them the freedom to reinterpret them. Collaborations like these rarely happen in the art world, it is perhaps a dialogue modality more similar to the dynamics of the music world, above all punk (to which both Benassi and Blood Becomes Water belong), from which the world of art would still have much to learn. It is no coincidence that the final result is a work on fabric – a material typical of the artistic production of the punk and folk musical world – from which a printed poster is also born.

And it is no coincidence that Jacopo’s body is here shown without any sense of guilt: there is something scandalous in all of this, just as there is always something scandalous in bodies, even if everyone denies this. For years the art world has claimed to have killed and to be able to do without any concept of genius and author; and claims to have now overcome a naive and backward phase in which being an artist still maintained something magical, mysterious, vocational, noble and precious, replacing it with a vision of white-collar, professionalized art, in which there is no difference between being an artist and practicing any other job. But we know that’s not the case, we still believe in poetry and in the fact that art lives in a superior, poetic, mysterious world, but capable of giving meaning to anyone who has the sensitivity and spirit to welcome it. We know that the artist’s body as well as the poet’s blood still carry true stardust within them. That’s why everyone wants Jacopo Benassi’s big body. His already legendary photographs and performances made him an icon of Italian and international subculture.

So, maybe you won’t be able to have his body (maybe), but for sure from today you can have the t-shirts of the Benassi Iacopo Foundation (FBI) created in collaboration with Blood Becomes Water. The size is unique, XXXL, and it is the size used by Benassi himself: some of you will be able to wear them as a dress. They are black, of course. We decided to make them in Jacopo’s image, so that you too can embody him. Because a community is such only if it is able to aggregate around some bodies that become a symbol, metaphor and a magnet of the bodies of those who compose it.”

(Italian)

“Quando ho visto l’opera Mimesis a Verona sono rimasto impressionato. E mi sono sorti due pensieri. Il primo era legato a un aspetto del lavoro di Jacopo Benassi di cui non ero ancora completamente consapevole: Jacopo in questi ultimi anni ha superato quella linea invisibile che separa il mondo degli artisti (siano essi bravi, mediocri, geniali, disastrosi…) che creano opere d’arte, da quelli il cui corpo diventa un’icona su cui lavorare e da utilizzare come materia principale della propria arte, attorno alla quale far poi ruotare foto, performance, sculture, dipinti, suono e quant’altro. Jacopo è entrato definitivamente in quel mondo popolato da figure come Urs Lüthi, Luigi Ontani, Orlan e molti altri, i corpi dei quali emanano l’aura delle opere d’arte.

Il secondo pensiero riguardava invece la collaborazione vera e propria da cui è nata l’opera Mimesis con il collettivo di artisti Blood Becomes Water (attivo tra Sofia e Bruxelles) – il vero autore dell’opera. Mi ha colpito il modo in cui da parte di Jacopo vi sia stata fiducia totale nell’affidare una serie di immagini importanti del suo passato a altri artisti, lasciando loro la libertà di reinterpretarle. Collaborazioni come queste capitano raramente nel mondo dell’arte, si tratta forse di una modalità di dialogo più simile alle dinamiche del mondo della musica, soprattutto punk (a cui d’altronde sia benassi sia blood becomes water appartengono), da cui ancora il mondo dell’arte molto avrebbe da imparare. Non a caso il risultato finale è un’opera su tessuto – materiale tipico proprio della produzione artistica del mondo musicale punk e folk, popolare – dalla quale nasce anche un poster stampato in tiratura.

E non a caso il corpo di Jacopo viene esibito e mostrato senza alcun senso di colpa in questa immagine: vi è qualcosa di scandaloso in tutto questo, così come vi è sempre qualcosa di scandaloso nei corpi, anche se tutti negano sia così. Il mondo dell’arte da anni pretende di aver ucciso e di poter fare a meno di ogni concetto di genio e di autore; e sostiene di aver ormai superato una fase naif, ingenua e arretrata in cui essere artista ancora manteneva qualcosa di magico, di misterioso, di vocazionale, di nobile e di prezioso, sostituendolo con una visione dell’arte impiegatizia, professionalizzata, in cui non vi sia alcuna differenza tra l’essere artista e praticare qualsiasi altro lavoro. Ma noi sappiamo che non è così, noi ancora crediamo nella poesia e nel fatto che l’arte viva in un mondo superiore, poetico, misterioso, ma in grado di dare un senso a chiunque abbia la sensibilità e lo spirito per poterla accogliere. Noi sappiamo che il corpo dell’artista così come il sangue del poeta ancora portano in sé la vera polvere delle stelle. Ecco perché tutti vogliono il corpaccione di Jacopo Benassi.

Le sue fotografie e le sue performance già leggendarie lo hanno reso un’icona della sottocultura italiana e internazionale.Le sue fotografie e le sue performance già leggendarie lo hanno reso un’icona della sottocultura italiana e internazionale. Forse non potrete avere il suo corpo (forse), ma di sicuro da oggi potrete avere le magliette della Fondazione Benassi Iacopo (FBI) realizzate in collaborazione con Blood Becomes Water. La taglia è unica, XXXL, ed è la taglia usata da Benassi stesso: alcuni di voi potranno indossarle come abito. Sono nere, ovviamente. Abbiamo deciso di farle a immagine a somiglianza di Jacopo, di modo che anche voi possiate incarnarlo. Perché una comunità è tale solo se è in grado di aggregarsi attorno ad alcuni corpi che diventano simbolo, metafora e magnete aggregante dei corpi di coloro che la compongono. ”

 

Antonio Grulli
Art critic and independent curator
Benassi Iacopo Foundation (FBI)